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progettare un teatro

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La torre scenica

Il soffitto del palco teatrale è molto alto

Se, in un teatro ben costruito, sali sul palcoscenico e volgi il tuo sguardo in alto, scoprirai che il soffitto sopra alla scena è molto più alto rispetto al soffitto della platea. Il tuo sguardo sta osservando la torre scenica, che è uno dei punti fondamentali della magia del teatro. La torre scenica serve per ospitare i tiri delle scenografie (vedi qui di seguito per capire che cosa è un tiro), per poterle nascondere dagli occhi del pubblico fino a quando non sono abbassate, per accogliere i tiri dei cieli, delle quinte. In essa trovano posto anche le americane di palco, le macchine per proiezione, per la  pioggia, per la neve... insomma: tutto quello che deve rimanere nascosto in alto e che qualche volta deve arrivare in scena (dall'alto). 

La tecnologia oggi viene in aiuto con proiezioni, retroproiezioni e controproiezioni, ma niente, davvero niente è in grado di sostituire una torre scenica ben fatta e alta a sufficienza.

Cosa sono i tiri? Sono delle barre (un tempo erano cantinelle in legno, ora si preferisce utilizzare tubolari in alluminio) su cui vengono legate, generalmente attraverso fiocchi, i cieli, le quinte, le scenografie. i tiri hanno la funzione di salire verso l'alto e scendere verso il basso; compiono tale movimento attraverso delle corde che possono essere tirate a mano o elettricamente (solo nei teatri importanti si usa il sistema elettrico, e nemmeno in tutti).

Concludendo, una torre scenica che si rispetti deve avere un'altezza doppia rispetto all'altezza dell'arco di proscenio + 2 metri. Per esempio con un'altezza dell'arco di proscenio di 4 metri la torre scenica dovrebbe avere un'altezza di 10 metri (4x2+2). Con una simile altezza è possibile ospitare la graticcia.

 

I dimmer luci

Cosa è un dimmer luci e a cosa serve

Oggi sappiamo un po' meglio che una luce dimmerabile significa che può variare la sua intensità luminosa. Scopriamo però come sono fatti i dimmer che si usano in teatro.

I dimmer sono dispositivi di regolazione della potenza elettrica. Occorrono per creare l'intensità di luce richiesta a seconda dei casi. Simili ad amplificatori, sono montati in rack (armadio) in numero necessario per l'alimentazione dei fari. Ogni dimmer può ospitare più canali (dove per canale si intende l'alimentazione di un singolo faro): fino a 12. Per ognuno dei fari il dimmer rende disponibile una potenza fino a 3,5 kW.

Come si presenta un dimmer alla vista

Il dimmer per le luci in teatro

Qui sopra puoi vedere l'immagine esempio di un dimmer così come appare visto dal davanti. Nulla di complicato, una serie di interruttori elettrici a più posizioni che gestisce una linea elettrica: ogni presa elettrica dimmerata montata sull'americana deve arrivare in una presa dietro al dimmer che provvederà a regolarne l'intensità, attraverso il comando dato dal mixer in regia che arriva al dimmer attraverso un cavo dati DMX. Non farti ingannare dalla paciosità dell'immagine, perché dietro a questi 12 interruttori possono esserci fino a 48.000 W, sufficienti a bruciacchiare le mutande anche ad un semidio. Lo capisci meglio con la successiva immagine, che rappresenta un dimmer visto dal dietro.

Dimmer luci teatrali visto da dietro

Ora è più minaccioso, vero? E tieni conto che di questi cosi non ne basta mai uno, per riuscire ad illuminare la scena.

Dove posizionare i dimmer

Prossimamente saranno pubblicati maggiori chiarimenti sull'utilizzo dei dimmer in teatro e sulle modalità di arrivo della corrente. In questa fase occorre però sapere che non è necessario fare arrivare tutta la potenza erogata ai fari fino alla regia, spendendo miliardi di euro in cavi di rame che possano portare fino a 4 kW. È sufficiente portare tutti i cavi di potenza dei dalle americane fino ai dimmer, che possono essere montati nel retroscena (meglio ancora in una stanza isolata, fanno molto rumore), e quindi nei pressi delle americane; da lì sarà sufficiente far partire un cavo DMX che trasporta il segnale fino in regia.

Questo accorgimento è molto importante in tema di risparmio economico, di buona prassi di progettazione e, soprattutto, di sicurezza, in quanto avere linee elettriche di ampia potenza che si svolgono per  decine di metri all'interno di un teatro può rappresentare un forte pericolo riguardo ai rischi connessi al trasporto di elettricità, tra cui l'incendio.

L'americana per le luci

Cosa è l'americana

L'americana è il più diffuso sistema di fissaggio e alimentazione dei sistemi di illuminazione teatrali. È costituita da tubolari di alluminio modulari di lunghezza variabile a seconda delle dimensioni del palcoscenico. In un teatro di medie dimensioni occorrono almeno 4/5 americane, posizionate strategicamente sul palco, sul proscenio, in sala. Ve ne possono essere anche di più, a discrezione del progettista, occorre sempre tenere conto che intervenire successivamente costa molto di più che non prevedere tutto sin dall'inizio. Partendo dal pubblico avremo:

  • americana esterna (almeno una);
  • americana di proscenio (almeno una);
  • americane di palco (almeno 2/3).

Le americane esterne e di proscenio dovrebbero avere, il lunghezza, almeno le stesse dimensioni del proscenio, le americane di palco dovrebbero avere, in lunghezza, almeno le stesse dimensioni della larghezza dell'Arco di proscenio. Il posizionamento delle americane non deve essere casuale. Troppo spesso, girando per teatri, si trovano impianti luce del tutto fuori luogo. Si potrebbero fare molti esempi di sale costruite in cui è stata inserita una sola americana e per di più in mezzo al palcoscenico. Sorgono spontanee alcune domande che piacerebbe rivolgere ai progettisti che le hanno realizzate, ne citiamo un paio, ma ce ne sarebbero una ventina:

  1. "Come accidenti si fa ad illuminare una persona dall'alto e avere la pretesa che si veda chiaramente in volto?"
  2. "E se la persona si sposta in proscenio come si fa... la si illumina da tergo? Sembrerà il fantasma di Amleto, come minimo."

L'americana per le luci in teatro

Le americane vanno posizionate a seguito di un attento studio delle direzioni della luce, e va tenuto conto che i fondali e le quinte non devono, solitamente, essere "sporcate" con la luce.

Le americane possono essere fisse oppure mobili. quelle mobili salgono e scendono, attraverso un comando manuale o elettrico. Si suggerisce di adottare, soprattutto in palcoscenico e proscenio delle americane mobili e a comando elettrico. Mobili perché il montaggio e la spinatura dei fari potrà essere fatta da terra, a comando elettrico perché è una spesa che si può sostenere senza impoverirsi eccessivamente, al contrario dei tiri scenici, che possono essere messi tranquillamente a comando manuale. Il puntamento dei fari andrà comunque fatto con l'americana in posizione alzata, quindi occorrerà salire in quota per lavorare sui fari. Non esistono fari che possano essere posizionati in eterno. Anche perché le luci hanno bisogno di manutenzione, devono essere pulite, occorre sostituire le lampade ecc.

In alcuni (pochi) casi non è possibile montare l'americana, allora si provvede a installare le cosiddette:

Bandiere per le luci

Le bandiere sono delle strutture, solitamente in ferro o alluminio, posizionate ai lati, principalmente nella sala dove prende posto il pubblico. Sono strutture fisse alle quali è possibile agganciare 3/4 o più fari ciascuna. Molti teatri, oltre che di americane, sono dotati di bandiere. è importante chiarire che le bandiere rappresentano un aggiunta, non una alternativa. Le americane sono necessarie.

La forza motrice

La forza motrice, volgarmente detta "corrente elettrica" va ovviamente portata sia sulle americane, sia in prossimità delle bandiere. Si utilizzano spine elettriche di tipo europeo, nella misura di 1 spina dimmerata = 1 faro. Dimmerata significa che quella presa può alimentare il faro con una intensità che va da 0% a 100%, ma se ne parlerà in un altro articolo.

Occorre anche posizionare alcune prese cosiddette "dirette", cioè non dimmerate.

Altra impiantistica

È sempre opportuno posizionare sulle americane anche alcune prese DMX, prese dati, bilanciate, audio e tutto quello che è possibile mettere allo stato attuale dell'arte. Per il futuro ci penseremo... Occorre fars questa domanda, nella progettazione delle luci in teatro:

"Quanto mi costa farlo ora, e quanto mi costerebbe farlo una volta completati i lavori?" la risposta è che farlo in un momento successivo costerebbe davvero molto, quindi meglio metterci testa da subito!

 

 

I fari teatrali

Iniziamo a parlare dei fari PC, chiamati anche teatrali, oppure spotlight: sono tra i le luci più largamente utilizzate in teatro, e lo sono grazie alla loro grande versatilità e al costo tutto sommato non esagerato.

Il faro di tipo teatrale consente due - ai suoi limiti di utilizzo - diversi tipi di fasci luminosi, che si ottengono attraverso la movimentazione di un carrello sul quale sono montati la lampada e il corpo concavo riflettente. Tale movimentazione permette di passare ad una luce spot, più netta, profonda  e con minore angolo, ad una luce flood, più morbida, meno definita e con un angolo maggiore.Nessun teatro può fare a meno di una cospicua dotazione di questi fari, perché offrono ampia copertura della scena in molti modi:

  • come luci frontali, montate sull'americana esterna oppure sull'americana di proscenio;
  • come controluce, montati sulle americane di palcoscenico oppure come fari speciali (docce o cappelli, tagli ecc.).

Le versioni tradizionali di questa luce, equipaggiata con lampade alogene, consentono inoltre il montaggio di filtri per creare colorazioni, e bandiere che consentono di tagliare i bordi dell'illuminazione.

Vi sono, tra questi tipi di fari, diverse dimensioni, dettate principalmente dalla potenza della lampada (in caso di lampade alogene si va da una potenza di 300 W ad una potenza di 5.000 W). Ad esempio, un faro Spotlight 12 Combi può montare lampade che vanno da 1.000 W ai 1.200 W. La potenza dei fari da installare va scelta in base alla grandezza del teatro e alla distanza a cui andranno installati i fari. I fari più utilizzati sono da 1.000 W, ma non è inconsueto trovare nei teatri di medie dimensioni Spotlight da 500 W e da 2.000 W.

fari teatrali pc spotlight

Una curiosità: questo faro viene chiamato PC dal nome della lente che è normalmente montata: una lente Piano Convessa. Ma non è l'unico tipo di lente che può essere montata. Su queste luci può essere montata anche una lente Fresnel. La differenza sta nel peso: la lente tipo Fresnel è più leggera e ha un'illuminazione più morbida, mentre la lente piano convessa è più pesante e permette un'illuminazione più netta.Il faro teatrale viene solitamente fornito "nudo", ma occorre prevedere una serie di accessori:

  • gancio - necessario;
  • morsetto - necessario;
  • fune di sicurezza - altamente consigliata;
  • telaio porta gelatina (per inserire le gelatine colorate) - altamente consigliato;
  • paraluce a 4 alette - consigliato.

 

I fari teatrali

Anticamente gli spettacoli venivano realizzati e pensati per spazi aperti. In Grecia - Epidauro, ad esempio - ma anche in Italia - Taormina, ad esempio - sono molti gli anfiteatri che è possibile visitare. Il fatto di rappresentare all'aperto e di giorno rendeva superfluo l'utilizzo di illuminazione artificiale. Gli spettacoli duravano molte ore e il pubblico andava e veniva dagli spalti.

Ad un certo punto della storia si è cominciato a rappresentare gli spettacoli al chiuso (o al semi chiuso, come al Globe Theatre, in cui recitavano Shakespeare e compagni). La necessità di illuminare le scene era evidente, ma disponendo solo di lampade ad olio e candele le difficoltà tecniche erano molte. Inoltre tutte queste fiamme all'interno di strutture costruite prevalentemente in legno rappresentavano un serio pericolo. Non avendo altro a disposizione, comunque, si accettava il rischio e si illuminavano le scene con il fuoco.

Sul bordo esterno del proscenio era situata la ribalta, da cui il detto "luci della ribalta". La ribalta è una piccola struttura, appunto ribaltabile, che una volta aperta consente il posizionamento delle lampade. Le lampade restano nascoste al pubblico dalla struttura della ribalta una volta aperta.

Per consentire adeguata illuminazione, in ribalta e non solo - si utilizzavano altri punti strategici, dietro alcune scenografie od oggetti, ad esempio - erano posizionate sorgenti luminose. Al fine di direzionare la luce, dietro alla sorgente si posizionava una lamina di materiale riflettente.

Fortunatamente oggi disponiamo di tecnologia adeguata per illuminare qualsiasi cosa. Purtroppo, molto spesso, l'utilizzo di questa tecnologia è piuttosto casuale. Occorre quindi fare luce su ciò che è opportuno immaginare già  in fase di progettazione. Ecco quindi un elenco di tipologie di fari a disposizione. Ciascun faro ha una prerogativa propria e un utilizzo dedicato. Il più importante si chiama PC, o Spotlight, o più semplicemente "teatrale", che è il faro più utilizzato; poi ci sono i fari sagomatori, piuttosto costosi, ma che consentono tagli di luce molto efficaci.

Per illuminare i fondali si utilizzano i Domino (anticamente detti "ciclorama"), che non consentono nessuna limitazione della luce emessa. Poi vi sono le teste mobili (o teste rotanti, o brandeggiabili, o motorizzati), tipi di fari che sono dotati di un motore che ne consente lo spostamento e più in generale la movimentazione senza dover "puntare".

Infine vi sono i PAR e PARNEL. I primi sono fari molto semplici, che fanno una luce molto "volumetrica": sono quelli che troviamo nei villaggi turistici, per intenderci (sono molto economici), i secondi sono leggermente più evoluti.

La tecnologia a led sta rivoluzionando il mondo dell'illuminotecnica, perché con questo tipo di illuminazione è possibile cambiare colori senza ricorso a gelatine e filtri. Le teste mobili, oggi, funzionano solamente a led.

 

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